Cos'รจ la filosofia?

Rispondere a questa domanda sembrerebbe semplice e la maggior parte di noi si potrebbe aggrappare alle nozioni trasmesse a scuola, alle riflessioni di un ampio spettro di pensatori. Ma c’è qualcosa che accomuna teorizzazioni che spaziano dalla politica, alla morale, alla scienza, all’uomo così diverse tra loro e talvolta in contraddizione? Cosa contraddistingue la filosofia dalle altre discipline? E soprattutto: qual è l’utilità del filosofare e chi sono i filosofi?

Prima di provare a sciogliere questi interrogativi sarà utile riportare l’emblematica definizione che ci offre il filosofo statunitense contemporaneo Robert Audi, autore del lemma filosofia all’interno di una delle principali Enciclopedie filosofiche:

«La definizione della filosofia è essa stessa un problema filosofico…è lo studio critico, normalmente sistematico di una gamma illimitata di idee e problemi. Ma questa caratterizzazione non dice nulla su quali tipi di ide e o questioni siano importanti in filosofia o sui suoi metodi distintivi di studiarli».

Non ci resta dunque che iniziare la nostra trattazione ripercorrendo la storia della Grecia antica, da quando cioè apparse il termine filosofia e mossero i primi passi i cosiddetti filosofi.


Origini della filosofia

La filosofia nasce nella Grecia del VI secolo a.C. e, secondo la tradizione, il primo pensatore ad utilizzare la parola fu Pitagora. L’etimologia la dice lunga sul significato che i primi filosofi associarono alla disciplina: amore del sapere. Tensione, amore, desiderio incessante di sapienza e verità ma mai completo possesso: da subito Pitagora stabilisce una differenza sostanziale tra l’uomo, proteso verso la conoscenza senza mai afferrarla nella sua totalità, e il divino, che invece la coglie in modo certo e totale.

Ma Pitagora non parla di un uomo qualunque: filosofo è solo colui che, seguendo la sua metafora della vita come una grande festa, non prende parte alle gare, o si reca in loco per affari o per divertimento, ma unicamente per scrutare ciò che accade. Filosofo è colui che contempla in modo disinteressato la realtà deducendo dalle sue riflessioni delle norme di comportamento che possano guidare la vita in modo retto.


La filosofia prima dei greci

Prima dei Greci gli esseri umani si ponevano domande su loro stessi o sul mondo? La risposta positiva ci sembra scontata e lascia scoperta, allora, un’irriducibile questione: non è filosofia, dunque, la saggezza orientale di molto anteriore al VI secolo? Già dalla metà del XIX secolo, infatti, i cosiddetti orientalisti hanno sollevato la questione, propugnando la teoria secondo cui la filosofia occidentale sarebbe nient’altro che un prodotto derivato dalle acquisizioni tecniche, scientifiche e filosofico-religiose sviluppatesi in Asia intorno al 1300 a.C. Nessuna originalità dunque.

Tuttavia questa tesi trova poca accoglienza nel panorama odierno e gli studiosi occidentalisti sono concordi nell’affermare che furono i Greci a creare un modo di pensare e una mentalità del tutto nuovi. Furono i Greci, cioè, a creare la filosofia. Le motivazioni possono essere così riassunte:


Caratteristiche della filosofia

Il contenuto: è la totalità delle cose, i fondamenti che stanno alla base di tutta la realtà. La filosofia si distingue dalle scienze particolari (medicina, fisica, astronomia ecc) perché non guarda alla realtà soltanto assumendone un aspetto peculiare (il corpo umano, il movimento, i corpi celesti ecc), ma la indaga nella sua universalità.

I problemi che di volta in volta assumerà (il suo contenuto specifico) ne circoscriveranno anche il campo, senza però modificare la sua vocazione al generale. Così, parlando delle principali discipline filosofiche avremo:


I periodi della filosofia Greca

Il carattere di ricerca autonoma, nella quale il singolo è impegnato come tale e dalla quale può e deve attendersi il compimento della propria personalità, rende difficile dividere in periodi il corso della filosofia greca. Tuttavia, l’organizzazione della ricerca e i rapporti necessariamente intercorrenti tra le scuole contemporanee, che anche quando furono in polemica si batterono su un terreno comune, consentono di distinguere un certo numero di periodi, ognuno determinato dal problema intorno al quale viene di volta in volta a gravitare la ricerca:

I presocratici


Nella storiografia tradizionale il termine “presocratici” più che un significato cronologico possiede una valenza concettuale, poiché denota quel gruppo eterogeneo di pensatori, per lo più anteriori a Socrate, che a differenza di quest’ultimo, il quale studierà soprattutto l’uomo, si sono principalmente occupati del problema della natura e della realtà. Ma poiché i primi a spostare il centro della riflessione filosofica dall’universo all’uomo sono stati i sofisti, coloro che per lunga consuetudine vengono denominati “presocratici” risultano, di fatto, “presofisti”.

Di conseguenza, a meno di continuare a usare il vecchio termine volutamente, per evidenziare al massimo il valore della “rivoluzione socratica” – che in tal modo, secondo una discutibile operazione critica, risulterebbe scissa dal clima culturale dell’umanismo sofistico e trattata come una sorta di “miracolo spirituale” rispetto al proprio tempo e ai pensatori precedenti –, l’espressione “presocratici” andrebbe sostituita con quella storicamente e filosoficamente più precisa “presofisti”.

Questi ultimi, che fioriscono dal VI secolo a.C. in poi, non costituiscono un insieme compatto di filosofi, ma si distinguono in numerose scuole e tendenze:

Le scuole presocratiche
Movimento Luogo Periodo
Ionici Ionia VII secolo a.C.
Eleati Magna Grecia VI secolo a.C.
Pitagorici Magna Grecia VI secolo a.C.
Pluralisti Grecia antica V secolo a.C.
Atomisti Ionia V secolo a.C

Geograficamente, i presofisti operano, in un primo tempo, nelle colonie greche della Ionia (scuola ionica ed Eraclito) oppure nella Magna Grecia (pitagorici ed eleati). Più tardi, con Anassagora, la filosofia entra in Atene. Cronologicamente, gli ultimi esponenti (Anassagora e Democrito) risultano contemporanei dei sofisti e di Socrate.

Come si è detto, la caratteristica saliente di questi pensatori – che li distingue concettualmente, più che cronologicamente, dai sofisti e da Socrate – è la tendenza a concentrarsi sul problema della realtà.


Di seguito un riepilogo delle scuole presofiste:

La scuola ionica

I primi filosofi presocratici giunsero da Mileto sulla costa occidentale dell'Anatolia. Talete è ritenuto il primo presocratico e il padre della filosofia greca. Egli affermò che l'acqua è la base di tutte le cose. Colui che per primo compose testi filosofici fu invece Anassimandro, che assunse come principio fondamentale una sostanza indefinita, illimitata e senza qualità (ápeiron), al di fuori della quale si differenziano le opposizioni primarie (caldo e freddo, umido e secco). Più giovane dei precedenti fu Anassimene, che identificò l'arché nell'aria, concependo quest'ultima mutata, dall'ispessimento e dall'assottigliamento, in fuoco, vento, nuvole, acqua e terra.


La scuola di Elea

La scuola di Elea pose in rilievo la dottrina dell'Uno. Senofane dichiarò che Dio è l'unità eterna che permea l'universo e lo governa attraverso il Suo pensiero. Ancora, Parmenide di Elea introdusse un concetto di Essere unico, immobile, eterno, ingenerato, immortale e indivisibile. La dottrina parmenidea fu difesa dal discepolo Zenone, che polemizzò contro l'opinione comune che vede nelle cose il molteplice, il divenire e il cambiamento. Zenone propose una serie di celebri paradossi, assai dibattuti dai filosofi successivi, per cercare di dimostrare che il supporre che vi sia qualche mutamento o molteplicità conduce a contraddizioni. Un altro esponente di rilievo di questa scuola fu Melisso di Samo.


La scuola dei pitagorici

Un altro presocratico fu Pitagora, il quale, considerando il mondo come un'armonia perfetta, dipendente dal numero, tentò di indurre gli uomini a condurre una vita parimenti armoniosa. La sua dottrina fu accolta e ampliata da un vasto seguito di seguaci (i pitagorici), che si riunirono presso la sua scuola nel sud d'Italia, a Crotone.


La scuola dei pluralisti

Recuperando la visione eleatica per cui l'Essere è necessariamente, Empedocle pervenne a una riformulazione della stessa. Da un lato egli mantenne salda l'idea della natura immutabile della sostanza, dall'altro identificò una pluralità di tali sostanze, vale a dire i quattro elementi classici: la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco. Secondo Empedocle, il mondo è edificato da queste sostanze attraverso due forze motrici ideali, l'amore in quanto causa di unione e il conflitto in quanto causa di separazione.


La scuola degli atomisti

Tra i presocratici si annoverano anche Leucippo e Democrito, gli ideatori del primo sistema filosofico esplicitamente materialista. Tale sistema è la dottrina degli atomi, piccoli corpi primari numericamente indefiniti, indivisibili e imperituri, qualitativamente simili ma distinti per forma. Muovendosi eternamente attraverso il vuoto infinito, essi si scontrano e si uniscono generando così oggetti che differiscono secondo la varietà, il numero, la dimensione, la forma e la disposizione degli atomi che li compongono.